martedì 23 agosto 2011

Piccola guerra perfetta di Elvira Dones, con Fabiana Martini - martedi' 30 agosto alle 20:30

Il prossimo incontro del nostro gruppo lettura: 


martedì 30 agosto, 


alle 20.30

presso la Bottega del Mondo 
di via Torrebianca 29/b, 




parleremo insieme di 


PICCOLA GUERRA PERFETTA


di Elvira Dones





Introdurrà la serata 

FABIANA MARTINI





Il libro è già in vendita presso la Bottega.

Vi aspettiamo!



Dal 24 marzo al 12 giugno del 1999, in seguito alla feroce politica di pulizia etnica perpetrata da Slobodan Miloševic', la Nato bombarda il Kosovo. Ottanta giorni di attacchi aerei, per una guerra che si annunciava breve e «chirurgica» e prometteva di riportare a casa i soldati occidentali sani e salvi, tutti. Ma se dal cielo ci si poteva illudere che fosse davvero una guerra perfetta, sulla terra, nelle strade e nelle case, la violenza cancellava l'aggettivo "normale" dalla quotidianità di due popoli: tredicimila civili albanesi uccisi, ventimila donne torturate, un milione di rifugiati nella già stremata Albania.


Il punto di vista su questa strage, nel romanzo di Elvira Dones, è soprattutto femminile. Basandosi sulle testimonianze delle donne kosovare, la Dones – che è albanese, ma scrive in italiano, sua «lingua d'adozione» – trasforma i documenti in una materia incandescente, capace di restituire, attraverso il filtro romanzesco, la complessità e il dolore delle vittime. 

venerdì 22 luglio 2011

IL SOGNO DEL CELTA, di Mario Vargas Llosa, 2010 - con Elisabetta D'Erme e Sofia Quintero Romero (26 luglio dalle 20:00, Bottega del Mondo Senza Confini/Brez Meja, Trieste)



Riprendiamo il gruppo di lettura...




Martedi' 26 luglio a partire dalle 20:00
alla Bottega del Mondo Senza Confini/Brez Meja
parleremo di:



Il sogno del celta, di Mario Vargas Llosa del 2010
Introducono:

 Elisabetta D'Erme
                                                     e
                                  Sofia Quintero Romero







Qui di seguito la recensione di Elisabetta D'Erme:

Sir Roger Casement venne impiccato all'alba del 3 agosto del 1916 nella prigione di Pentonville, a Londra, non lontano dall'attuale sede della British Library. Il governo inglese lo aveva riconosciuto colpevole di alto tradimento della Corona. Casement, nato a Dublino nel 1864, ex-console britannico in Congo e in Brasile, omosessuale e patriota, fu un convinto antischiavista, antimperialista e anticolonialista. La controversa figura di questo austero, elegante anglo-irlandese, sensibile alle sorti degli oppressi e fervente rivoluzionario, è al centro dell'ultimo romanzo dello scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, Premio Nobel 2010 per la Letteratura. Frutto di anni di studio delle ampie fonti bio-bibliografiche (che spesso sono copiate di sana pianta senza riportare la fonte) e di ricerche d’archivio, “Il sogno del celta” è un ritorno al romanzo storico e si apre nella cella del carcere di Pentonville, dove il prigioniero attende il verdetto che troncherà la sua avventurosa vita a soli 52 anni. Nella solitudine interrotta dalle rare visite, Casement ripercorre in una serie di flash back le tappe della propria esistenza che, da giovane assistente di H. M. Stanley nell'alto Congo, lo portarono prima a ricoprire delicati incarichi diplomatici e poi a documentare in devastanti rapporti per il Foreign Office le atrocità commesse dall'uomo bianco “civilizzato” sui nativi utilizzati nella raccolta del caucciù sia nel Congo belga che nel Putamayo, al confine tra Brasile, Perù e Colombia. Un percorso che si concluderà con l'adesione alla lotta armata contro l'imperialismo britannico in Irlanda.

Nel 1903, mentre era console a Boma, Casement scopre che nei possedimenti congolesi di Leopoldo II del Belgio si stava perpetrando un genocidio. In molte aree la popolazione era ormai decimata. Il giovane diplomatico annota tutto ciò che vede, conta i sopravvissuti di tribù popolose, ascolta le testimonianze dei massacri, le mutilazioni, la riduzione in schiavitù, la criminale sottrazione di risorse in cambio di ridicole contropartite. Nell'Alto Congo incontra il futuro scrittore Joseph Conrad, che da quella esperienza trarrà il racconto “Cuore di tenebra”. Il “Congo Report” (in corso di pubblicazione dalle edizioni Fuori Linea) che Casement consegnò nel 1904 al Ministero degli Esteri britannico è –ancora oggi- un documento/denuncia di eccezionale valore morale, e assieme alla campagna del giornalista E. D. Morel decretò la fine del monopolio privato di Leopoldo II in Africa.

Mario Vargas Llosa dedica le pagine più forti del suo romanzo agli anni in cui Casement fu console a Belem, Santos e Rio de Janeiro in Brasile. E' l'ambientazione che lo riporta ai suoi grandi romanzi storici come “La casa verde” (1965) o “La festa del caprone”(2000). Vargas Llosa descrive magistralmente il contrasto tra la lussureggiante foresta amazzonica e la brutalità delle punizioni riservate agli indios schiavizzati dalla Peruvian Amazon Company, società di diritto inglese, all'epoca quotata alla Borsa di Londra, che nel 1911 a seguito della pubblicazione del “Putamayo Report” di Casement ebbe un rovinoso tracollo finanziario.

La percezione dello sterminio, la vista dei nativi bruciati, legati ai ceppi, o mutilati degli arti, del sesso o delle orecchie, rivelò a Casement che il problema dello sfruttamento non era una questione locale, ma il prodotto di un sistema, e che la giustizia poteva essere ottenuta solo con la sconfitta del colonialismo e l'autodeterminazione dei popoli. Il sistema di potere che opprimeva i nativi in Africa e in Amazzonia era lo stesso che opprimeva da secoli la sua terra: l'Irlanda. Chiesto il pensionamento nel 1913, cercò finanziamenti per gli Irish Volunteers prima negli Usa e poi, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale in Germania, dove tentò di mettere in piedi una Irish Brigade composta da prigionieri di guerra irlandesi. A ridosso della “Rivolta di Pasqua”, organizzata a sua insaputa dall'Irish Republican Brotherhood, il 21 aprile del 1916 Casement cerca di sbarcare con un carico di armi sulle spiagge del Kerry, ma viene arrestato e tradotto a Pentonville, forse per la delazione del suo amante norvegese. Quattro anni prima la Corona lo aveva nominato cavaliere per l'impegno umanitario. Ora Westminster voleva la sua testa, ma per l'opinione pubblica era un uomo integerrimo. Il discorso che Casement recitò dal banco degli imputati è un grido alla libertà e alla dignità ed è ancora oggi riportato nei testi scolastici irlandesi. Si formò subito un comitato che ne reclamava la grazia, con firmatari del calibro di G.B. Shaw; fu allora che gli inglesi resero pubblici alcuni brani dei diari segreti di Sir Roger Casement, che documentano un'omosessualità che l'ex-console era sempre riuscito a nascondere. Diari che in un primo momento si pensò fossero falsi e che oggi sappiamo essere autentici, in cui Casement riportava, con maniacale precisione, la contabilità dei suoi incontri occasionali con uomini e ragazzi, annotando non solo la spesa sostenuta, ma anche aspetti salienti della prestazione del partner (“Roger Casement's Diaries. 1910: The Black & the White” edited by Roger Sawyer – Pimlico, London 1997). Era troppo anche per l'Irlanda cattolica in cerca d'una nuova identità nazionale. Nel romanzo Mario Vargas Llosa affronta con molta circospezione l'omosessualità di Roger Casement e, suggerendo che il contenuto dei “Black Diaries” sia frutto di fantasie sessuali, privilegia il ritratto del paladino dei diritti e del combattente per la libertà, ed è certo che ha colto nel segno quando scrive che Casement fu ”uno dei primi europei ad aver avuto una chiara coscienza di cosa fosse realmente il colonialismo.”

P.S. Vargas Llosa denomina ripetutamente l'Irlanda del sogno del celta: “Eire” , denominazione che, all'epoca della narrazione, non ha alcun riscontro politico. Infatti il nuovo stato repubblicano venne chiamato “EIRE” solo nel 1937 dopo l'emanazione della costituzione e la dichiarazione di sovranità di 26 delle 32 Contee irlandesi. All'epoca, con poetico riferimento al Gaelic Revival, l'Irlanda veniva invece chiamata Erin.

Elisabetta d'Erme

Mario Vargas Llosa, IL SOGNO DEL CELTA
Ed. orig. 2010, trad. dallo spagnolo di Glauco Felici,
pp. 426, euro 22,00
Einaudi, Torino 2011